“Fatta la legge trovato l'inganno”. E' questo uno dei proverbi più famosi ed è riferito a coloro che riescono, furbescamente, a eludere i doveri previsti dalle leggi.
Non sempre l'elusione può definirsi al di fuori della legge e quindi illegale.
C'è sempre un filo sottile che lega chi ha promulgato la legge a tutti coloro che la legge sono tenuti a rispettare.
L'interpretazione spesso apre spiragli, non previsti dal legislatore, che giocando sul significato delle cose scritte ma soprattutto su tutto ciò che non è scritto permette di circoscrivere gli effetti della legge se non addirittura di raggirarla senza per questo cadere nell'illegalità.
I giudici nei casi più controversi hanno il compito di interpretare la legge e la volontà del legislatore, con l'obiettivo principale di far rispettare in maniera giusta la legge.
Ma se si prova, per pura curiosità, a “rovesciare” il proverbio ci si ritrova davanti il seguente testo :
”Scoperto l'inganno fatta la legge”.
Strano ma non mi sembra del tutto squinternato e privo di senso. Anzi a dirla tutta in questi anni i nostri legislatori si sono spesso prodigati a legiferare con l'intento di coprire o depenalizzare “inganni” o “cose al limite della legalità” di alcuni componenti del governo primo fra tutti, il nostro premier.
E mentre nella versione originale del proverbio si scorge quello spirito di sfida che possiamo ritrovare anche nelle gare tra ladri e carabinieri , nella versione rovesciata inquieta scorgere l'uso del potere a fini personali, nella più sfacciata indifferenza per il bene comune e per valori quali l'etica e la giustizia.
Stiamo andando un po' alla deriva. Ci serve una sterzata benefica, che certo non verrà da chi è oggi al potere, sarebbe chiedere un po' troppo.
Ci vuole semplicemente un colpo di fortuna. E' triste dirlo, ma è così.
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