Mio nonno aveva un pollaio che, agli occhi dei galli e delle galline doveva sembrare una sorta reggia.
Occupava un ampio spazio dietro la casa, a fianco della stalla, dove all'ombra delle vigne, di un noce secolare e del “fassinaro”, viveva un buon numero di galli e galline, qualche anatra e talvolta alcune oche, quest'ultime mantenute più per il loro pregiato piumaggio che per la loro carne.
In un angolo c'era comunque spazio per l'acqua e per un contenitore dove veniva messo il granturco, della verdura e quanto fosse utile al sostentamento di quegli animali.
Le anitre avevano a disposizione anche una sorta di pozzanghera dove potevano sguazzare e bagnare le loro piume.
Il ricovero dove le galline andavano a dormire, era la cosa che più mi affascinava. Si trattava di una sorta di piccola baracca che stava a cinque o sei metri da terra, raggiungibile dalle galline attraverso una scala inclinata sulla quale salivano saltando di piolo in piolo.
Questo le metteva al sicuro dalle volpi, faine e altri predatori che nottetempo visitavano sicuramente il pollaio..
Tutto serviva al sostentamento della famiglia e nel corso dell'anno galli e galline passavano per la cucina di mia nonna per poi finire a rallegrare la tavola, specialmente nei dì di festa.
Mio nonno si preoccupava ogni giorno di raccogliere le uova che le galline deponevano qua e là. Con il tempo aveva imparato ad individuare i nuovi nascondigli e quando lo accompagnavo mi indicava i luoghi dove, con molta probabilità, potevo trovare le uova.
La primavera era la stagione più prolifica per le uova, tanto che una parte poteva anche, essere anche venduta.
Questi erano i pollai di quasi cinquant'anni fa. Il concetto di allevamento non si era ancora sviluppato e ognuno produceva per le proprie necessità.
Con gli anni, invece la vita per questi animali, si complicò non poco. Cominciarono a nascere i primi allevamenti e lo spazio destinato a ciascun animale si ridusse drasticamente. Un pollo si ritrovò a passare la sua vita in uno spazio angusto, ove gli era impossibile quasi muoversi.
Fu così che le cose cambiarono al punto tale che lo spazio che mio nonno dedicava alle sue trenta galline gli allevamenti lo usavano per contenerne qualche centinaio imprigionate in gabbie tutte uguali.
Che poi le galline di mio nonno fossero paragonabili alle galline di allevamento poteva sembrare una sorta di eresia. Diciamo che nella forma si assomigliavano ma nella sostanza, e nel gusto, grandi erano le differenze.
Quando ho cominciato a lavorare nell'informatica i computer di allora occupavano stanzoni enormi.
I primi due con cui ho avuto modo di lavorare occupavano circa 400 metri quadrati di un bunker mantenuto a temperatura costante da potenti sistemi di refrigerazione. Poi nello stesso spazio, dopo un paio d'anni fummo capaci di contenerne quattro.
Negli anni successivi, con l'avvento di quella macchine che oggi noi sentiamo identificare con il nome di server, il numero di questi sistemi che potevano essere contenuti negli stessi 400 metri quadrati aumentò notevolmente.
Nel primi anni 2000 queste macchine venivano installate in speciali armadi che potevano contenerne fino ad una decina. Quindi lo spazio necessario al corretto funzionamento di un computer si è nel corso degli anni via via ridotto.
Contrariamente alle galline che hanno visto diminuire il loro spazio a disposizione mantenendo le stesse dimensioni, i computer si sono via via rimpiccioliti giustificando così la ridotte richieste di spazio.
Negli ultimi anni però anche i computer hanno subito una sorta di trasformazione. Il software, quella serie di programmi che garantiva e garantisce il corretto funzionamento di quelle macchine si è via via separato dall'hardware, il ferro e l'elettronica che un tempo costituiva il computer. Oggi ci sono “programmi” che riescono a simulare o come si dice in gergo virtualizzare l'hardware. I software che un tempo dovevano essere ospitati all'interno di un computer oggi invece utilizzano solo una parte delle risorse di un computer più potente, capace di contenerne decine di altri simili.
Lo spazio che un tempo era necessario a un solo server oggi, con le nuovissime tecnologie, è in grado di ospitare decine se non centinaia di server.
Ecco, analogamente ai polli, stanno nascendo per i computer di oggi, pure loro lontani parenti di quelli di una volta, spazi paragonabili ad allevamenti dove sarà importante farne funzionare molti nel minor spazio possibile.
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