Giorni come questi, necessiterebbero di un trapianto di cuore.
Giorni pieni di ansia e rabbia per delusioni che fanno inciampare il cuore, quello malato, più del dovuto.
Da qualche giorno qualcosa non và, un pò dappertutto : lavoro, sentimenti. Tutto sembra sgretolarsi contribuendo a erodere quel pò di solidità che mi ero costruito.
Succede. Per me è cambiato tutto, mal il mio mondo non è cambiato per niente. Non esiste l'immunità che si acquisisce d'ufficio: bisogna rituffarsi nello stesso mare.
Il mare è agitato quanto in passato e bisogna navigarci meglio di prima.
Prima attraversavo la tempesta a testa bassa e vele spiegate ora mi piace trovare un riparo, dove fermarmi, magari con l'aiuto di qualcheduno, che non sempre c'è.
Si impara comunque a cercare un riparo anche da soli e passare il tempo in compagnia dei pensieri e dei ricordi.
Stasera il riparo è quello di sempre, la mia casa, con la tv spenta, le tre stanze buie e i rumori della strada di fronte che penetrano muri che sembrerebbero di una fortezza.
I Tir che frequentemente passano riescono a far vibrare gli oggetti sul comodino.
Oggi nonostante tutto, identifico questo con la parola silenzio. L'abitudine riesce ad allontanare più del reale i fastidi indesiderati rendendoli lontani e innocui.
Resta il malessere e un po di mal di stomaco.
La cena e un pò di vino ha rimesso in sesto qualcosa ma serate come questa sono spesso preludi di insonnia, seguite da giorni grigi e spossati.
Un SMS potrebbe riaccendere un insperato contatto. Ma tutto resta muto, inerte.
Tra non molto le 15 gocce di EN, faranno il loro effetto traghettandomi al di là della notte, tra i frequenti incubi del risveglio e la normalità della ritualità di ogni giorno.
Il mio cuore ora batte come nuovo.
Dopotutto, domani è un altro giorno! (Rossella O'Hara)
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