Quando una partita di calcio non va per il verso
giusto, e la propria squadra sta perdendo, il più delle volte ci si affida ai
miracoli che, in quanto miracoli, sono molto difficili se non impossibili da
realizzarsi. Quando ancora le speranze non sono del tutto andate, si è soliti
individuare chi, tra gli undici in campo, possa essere considerato il maggior
responsabile della débâcle.
Talvolta, fatta la dovuta selezione, si ne invoca a gran voce la sostituzione pensando che il sostituto possa portare linfa e energie nuove, tali da raddrizzare il risultato.
La richiesta diventa spesso tanto più alta tanto più si ritiene che tra i giocatori in panchina ci sia un fuoriclasse o un potenziale talento.
Questo succede quando gli allenatori tendono a risparmiare campioni ormai sulla via del tramonto o quando, consci della capacità di un giovane, non vogliono rischiarlo nelle partite dove serve soprattutto l’esperienza.
In entrambe queste situazioni la tendenza è di utilizzare campioni o presunti tali solo nella parte finale delle partite.
Ma quando la situazione sembra ormai compromessa, ecco che giocare carte simili, rinfocola le speranze dei tifosi e il povero prescelto, nonostante tutte le sue doti, si sente gravato di una enorme responsabilità.
Anche in questo caso i miracoli sono restii ad avverarsi e, il più delle volte, la partita finisce male come già si era indirizzata, senza che i nuovi entrati possano incidere in qualche modo nel risultato.
Pensavo a questa metafora analizzando la situazione italiana, le aspettative che tutti noi abbiamo verso il nuovo governo e a quanta è stata la foga con cui abbiamo richiesto le dimissioni del governo precedente.
Gli italiani, con il governo Monti sono convinti di aver fatto entrare il fuoriclasse che tenevano inutilmente in panchina. Tutti stanno aspettando il gol risolutore che, pur senza farci vincere la partita, ci porti almeno al pareggio, salvandoci da una figuraccia agli occhi del mondo intero.
Nel frattempo, la sola entrata in campo, non sembra abbia portato nessun beneficio apparente. L’economia è sempre più in crisi e la situazione internazionale non mostra miglioramenti significativi, anzi, molti sono convinti che il peggio non sia ancora arrivato.
Ora aspettiamo impazienti le prime azioni concrete capaci di farci sognare.
Di certo, questa volta, noi non potremmo rimanere inermi spettatori, in attesa di un goal o dell’assist risolutore. Lo spettacolo sarà talmente eccezionale che, per assistervi dovremmo pagare, magari a malincuore, un supplemento al biglietto già pagato,
Speriamo che quanto vedremo valga veramente il prezzo del sovrapprezzo.
Talvolta, fatta la dovuta selezione, si ne invoca a gran voce la sostituzione pensando che il sostituto possa portare linfa e energie nuove, tali da raddrizzare il risultato.
La richiesta diventa spesso tanto più alta tanto più si ritiene che tra i giocatori in panchina ci sia un fuoriclasse o un potenziale talento.
Questo succede quando gli allenatori tendono a risparmiare campioni ormai sulla via del tramonto o quando, consci della capacità di un giovane, non vogliono rischiarlo nelle partite dove serve soprattutto l’esperienza.
In entrambe queste situazioni la tendenza è di utilizzare campioni o presunti tali solo nella parte finale delle partite.
Ma quando la situazione sembra ormai compromessa, ecco che giocare carte simili, rinfocola le speranze dei tifosi e il povero prescelto, nonostante tutte le sue doti, si sente gravato di una enorme responsabilità.
Anche in questo caso i miracoli sono restii ad avverarsi e, il più delle volte, la partita finisce male come già si era indirizzata, senza che i nuovi entrati possano incidere in qualche modo nel risultato.
Pensavo a questa metafora analizzando la situazione italiana, le aspettative che tutti noi abbiamo verso il nuovo governo e a quanta è stata la foga con cui abbiamo richiesto le dimissioni del governo precedente.
Gli italiani, con il governo Monti sono convinti di aver fatto entrare il fuoriclasse che tenevano inutilmente in panchina. Tutti stanno aspettando il gol risolutore che, pur senza farci vincere la partita, ci porti almeno al pareggio, salvandoci da una figuraccia agli occhi del mondo intero.
Nel frattempo, la sola entrata in campo, non sembra abbia portato nessun beneficio apparente. L’economia è sempre più in crisi e la situazione internazionale non mostra miglioramenti significativi, anzi, molti sono convinti che il peggio non sia ancora arrivato.
Ora aspettiamo impazienti le prime azioni concrete capaci di farci sognare.
Di certo, questa volta, noi non potremmo rimanere inermi spettatori, in attesa di un goal o dell’assist risolutore. Lo spettacolo sarà talmente eccezionale che, per assistervi dovremmo pagare, magari a malincuore, un supplemento al biglietto già pagato,
Speriamo che quanto vedremo valga veramente il prezzo del sovrapprezzo.
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