Quello che mi porta a mettere le
scarpe da running è più l’affetto verso una particolare corsa, piuttosto che la
voglia di rimettere in moto i muscoli e far fare un po’ di allenamento al cuore.
Quando mi ritrovo in mezzo a
centinaia di corridori, tutto viene naturale, mi metto a correre, senza pause
fino al traguardo.
La fatica non si fa sentire più di
tanto. Quando me la sento, aumento il ritmo fino al fiatone e poi rallento
riprendendo la velocità di crociera.
Ieri i primi quattro chilometri erano in salita, mentre il resto del percorso era un dolce discendere lungo sentieri ancora brulli e stretti.
Di tanto in tanto qualche viola ricordava che tra qualche giorno è San Benedetto.
Ieri i primi quattro chilometri erano in salita, mentre il resto del percorso era un dolce discendere lungo sentieri ancora brulli e stretti.
Di tanto in tanto qualche viola ricordava che tra qualche giorno è San Benedetto.
I dodici Km sono la distanza
ottimale. Mi tiene in moto poco più di un’ora e dopo un’ora le forze sono già
del tutto recuperate.
La corsa di Savassa, dalle parti di Vittorio Veneto, mi ricorda una domenica del ’92, quando l’affrontai per la prima volta.
La corsa di Savassa, dalle parti di Vittorio Veneto, mi ricorda una domenica del ’92, quando l’affrontai per la prima volta.
Ieri ho terminato la il percorso
di 12 Km in un’ora e trentatré, lo stesso tempo fatto nel ’92 quando invece mi cimentai
sul percorso lungo dei 20 km.
La domenica del ’92 prosegui con una gita in Val Zoldana, con tutta la famiglia.
Spesso le mie corse erano un’occasione per una gita…….chissà se sono state un bene o solo un modo per far passare il tempo sopra i problemi. La domenica del ’92 prosegui con una gita in Val Zoldana, con tutta la famiglia.
Ieri solo qualche sms per un motivo occasionale mi ha messo in contatto con la mia famiglia, o con quello che ne è rimasto.
Ciao Max! ogni tanto vengo a leggerti, visto che tu non ti fai vedere e mi fa piacere vedere che stai bene, che vai a correre..
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Lalla