martedì 6 dicembre 2011

Note


Equità

Le parole sono segni arbitrari che servono a descrivere la realtà che ci circonda. Le parole sono parte della cultura e permettono quella comunicazione capace di trasmettere la cultura tra i vari componenti di una società o una comunità.
Ma non sempre il significato delle parole riamane inalterato tra chi condivide la stessa cultura. Spesso l’interpretazione ha bisogno di un contesto di riferimento. La stessa parola assume sensi diversi al variare del contesto.
Però ci sono parole che consideriamo segni inconfutabili di certi valori universali. Parole che pensiamo inattaccabili da qualsiasi contesto.
Equità è una di queste. Forse la parola che più di ogni altra è passata di bocca in bocca di questi tempi.
E’ diventata per molti simbolo di speranza e  di rinascita mentre per altri si è trasformata nello spettro di un ridimensionamento.
Alla fine, fatti alla mano, non è diventata ne speranza, ne rinascita ma nemmeno  il tanto temuto ridimensionamento.
Ha così mantenuto il significato ambiguo di sempre in un contesto dove l’iniquità è omologata dalla cultura malata di una società che non sa più guardarsi dentro.


Crisi

Le crisi di qualunque tipo siano vanno affrontate quando compaiono i primi sintomi.
Le crisi sentimentali senza un continuo dialogo rischiano di esplodere senza possibilità di recupero se per troppo tempo non si risolvono o chiariscono le incomprensioni.
Non resta a volte che accettare il destino più difficile : il distacco per gli amanti in crisi, il fallimento per tutte quelle imprese che senza alcuna lungimiranza cercano soluzioni "tattiche" evitando volutamente di rivedere le strategie a lungo termine.

I tentativi di recupero come pure le contromisure più di facciata che di sostanza, non fanno che allungare l’agonia, amplificando  le sofferenza senza modificare la fine già scritta.
Riconoscere per tempo il proprio fallimento può aiutarci a non farci sentire dei falliti.

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