E’ vero, qualche volta inciampa, soprattutto quando corro e voglio fare i primi metri in testa alle gare domenicali. Lo sento dietro allo stomaco, distintamente annaspare, come tossisse. Rallento con il tardivo senso di rispetto che mi caratterizza e attendo che ritorni nell'anonimato della regolarità dei battiti. Altre volte sembra stanco, di suo, desideroso di rallentare, e avverto in quei frangenti un vuoto prolungato che a volte mi fa dire al mio interlocutore : “Aspetta un secondo che qualcosa non va”, Premo con la mano sulla bocca dello stomaco, come a voler sistemare un oggetto fuori posto, finché tutto ritorna normale. Sono questi gli unici momenti in cui vivo un po’ di paura e per qualche attimo attendo quel “Giramento di Mondo” capace di portarmi via. Invece tengo duro, in silenzio, come quando si è prossimi a scollinane sopra una forcella, sperando che di li a poco cominci la discesa.
La parte bionica : ICD e
modem di controllo, invece, fanno il loro dovere. Il primo trascrive ciò che vivo l’altro
scarica dati e li invia al centro di controllo.
Forse un giorno potrei ricevere
una telefonata del tipo: “Abbiamo un problema, passi da noi al più preso”, ma
ad oggi sono convinto che il mio cuore di suo non si fermerà se non l’ultima
volta, ma forse nemmeno per colpa sua.
Semmai il problema sono io con i miei
eccessi che per qualcuno non sono altro che rabbia, mentre per altri invece
appartengono alla sfera della gelosia. In fondo potrebbero essere la
conseguenza di grosse delusioni o un misto di tutto quanto sopra elencato.
Niente di unico ne particolare,
solo il dolore per un distacco ormai irreversibile.
L’ICD registra, come un bravo
stenografo, tutti gli eventi negativi, tutti i momenti in cui sono stati
superati i valori di soglia. Probabilmente,
solo la breve durata dei fenomeni, non fa scattare la scarica moralizzatrice. Restano
comunque le registrazioni che guarda caso riguardano momenti di tensione e di dolore,
non la fatica di una corsa lunga 20 km o la salita al Velo della Madonna sulle
Pale di San Martino.
Che strano ‘sto cuore che
distingue quando batte per far star bene da quando invece batte a causa di ansia,
agitazione e dolore.
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