La signora Laura, questo era il nome riportato sul
cartellino, scivolato un po’ in disparte sulla sinistra dello sportello, mi
indicò con precisione, segnando delle minuscole crocette, dove dovevo firmare.
Questo tipo di indicazioni mi rassicurano, quando, preso un po’
dalla fretta, voglio far presto senza prestare molta attenzione a quello che
sto facendo.
In fondo il mio scopo era quello di riavere la Carta di Identità
persa qualche giorno addietro.
Consegnate le tre foto “uguali”, in pochi minuti la carta di
identità si materializzò e, dopo l’ultima
firma “ufficiale” sul documento stesso, arrivò il momento di pagare.
“Purtroppo, ti devo far pagare il doppio, nella denuncia è
dichiarato lo smarrimento e in questo caso si paga la negligenza”.
“Quanto ti devo”, chiesi un po’ contrariato, ma senza
polemica.
“Sono 10 euro e 80 centesimi”, mi rispose e , mentre cercavo
nelle tasche del cappotto i soldi, pensavo a quello che avevo dichiarato al
carabiniere due giorni prima :
“Non posso affermare che il portafoglio mi sia stato rubato,
quindi presumo di averlo perso”.
Riposi i soldi sul tavolo e, mentre attendevo i venti
centesi di resto, pensai di verificare un sospetto :
“Se nella denuncia avessi dichiarato che il portafogli mi
era stato rubato?”
“Avresti pagato la metà, perché non si trattava di
negligenza”.
Ringraziai la signora per la sua gentilezza e uscendo
pensavo che la mia presunta “negligenza” era stata punita dallo Stato con una
tassa che valeva il doppio di quanto avrei dovuto normalmente pagare.
Paragonando la sanzione a quella di molti grandi evasori che,
se scoperti, riescono invece ad evitare l’aggravio, ottenendo altresì grossi sconti, dallo Stato su quanto dovuto, ho
formulato la seguente regola:
"Più è grande la 'negligenza' , minore è, in rapporto, la sanzione applicata”.
Quindi …..
Quindi …..
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