Andy se ne andato qualche mese fa. Il suo cuore non gli ha
dato una seconda possibilità.
L’ho incrociato per qualche anno per motivi di lavoro. Era
uno di quei geni creativi che hanno contribuito alla crescita di internet. Un
creativo contro cui spesso mi sono confrontato. Il suo desiderio di vedere realizzata
un’idea con poco e in pochissimo tempo non collimava con la mia necessità di
farla durare nel tempo. A causa di questa incompatibilità entrambi abbiamo
passato de momenti difficili. Lui non riusciva a realizzare in tempo e io non
ero in grado di garantirne il funzionamento nel tempo.
All’inizio non mi stava simpatico perché condizionava, con
il suo parlare solo inglese, decine di persone a usare una lingua straniera
durante le riunioni. Uno vinceva contro al maggioranza, dove ciascuno, mai e poi
mai poteva alzare bandiera bianca e dire : “ Scusate io non capisco niente !”.
Quando con il tempo cominciò a comprendere l’italiano, per
non essere frainteso, continuò a esporre le sue idee solo in inglese.
Con il tempo i motivi di collaborare si diradarono e quando
ci fu l’occasione di incontrarci, si parlava d’altro e ci si capiva di più. Per
molto tempo lo hanno dato per partente, ma quando ritornò davvero a Londra non
passò a salutare.
La notizia della sua morte piombò improvvisa. Per qualche
giorno se ne parlò quando ci si incontrava tra quelli che lo avevano conosciuto.
Stamattina una mail di Facebook, che quotidianamente mi
invita a conoscere questo o quello perché amico di uno che conosco, mi chiedeva
se per caso conoscessi Andy. Avevamo degli amici in comune, sottolineava la
mail, quindi …. potevo stringere amicizia.
Che idiota ‘sto Facebook che si definisce social network ma non distingue chi è
vivo da chi non c’è più. Come può qualcosa essere sociale quando non riesce a
distinguere e dare dignità alla vita e alla morte ?
Quanti sono i fantasmi che vagano in cerca di amicizia in
giro per Internet e quante saranno le richieste di amicizia, inviate da ignari,
che mai saranno ricambiate ?
Un tempo l’immortalità era garantita agli artisti e ai grandi
uomini. Le loro opere e gesta contribuivano a renderli eterni. Oggi basta
essere tra i cinquecento milioni di
iscritti a Facebook per non essere dimenticati e continuare a vagare come
anime in cerca di pace, elemosinando, senza più tempo amicizie, restando in
silente ascolto come le misteriose anime dei morti che hanno turbato spesso i
sonni della nostra infanzia
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