Europei di calcio. Le riprese della tv si sono avvalse in
più occasioni della telecamera pensile che volteggiava sul campo e sulle teste
dei giocatori. All’inizio della partita,
quando i giocatori si apprestavano ad entrare in campo, la progressione delle
immagini e il punto di vista, alquanto insolito, ricordavano i Videogiochi
delle console più famose (Palystation, Xbox, Wii).
Anche nel corso della partita, le inquadrature e, oserei dire, anche la qualità delle immagini alimentavano l’illusione di stare davanti a un
video gioco.
Per anni il mondo dei
videogiochi ha reso sempre più verosimile, sia il comportamento dei giocatori che
la qualità grafica delle immagini al punto da farle apparire quasi reali.
Ieri ho avuto la netta sensazione che agli Europei 2012, sia
per la qualità delle immagini che per la scelta delle inquadrature, la realtà stia per la prima volta tentando di
emulare il mondo dei videogiochi.
Tra qualche anno sarà difficile percepirne la differenza. Il Social Game diventerà uno dei fenomeni
che più si svilupperanno al di la dei social network. La diretta diventerà secondaria rispetto possibilità di partecipare attivamente ad un
evento anche se artificiale.
Questo sarà valido
anche per altri sport. La formula uno, ad esempio, non avrà più bisogno dei
piloti veri, basterà una console e grande abilità nel muoversi con pulsanti e
Joystick.
Il finale del Gran Premio
del Canada di ieri sera ha mostrato l’impotenza dei piloti nei confronti dei
mezzi. Basta avere il treno di gomme
sbagliato per tramutare di colpo un pilota di grido in uno di quei tanti vecchietti con
il cappello che spesso rallentano il nostro viaggiare in città.
Allora mi sono
chiesto : “Perché rischiare tanto senza essere determinanti ?”. Meglio una
console e la sicurezza del divano di casa.
Ritornando alla partita di ieri sera tra Spagna e Italia, l’occasione
mancata da Balotelli è stata la conferma di quanto tutto ciò sembrasse un videogioco.
La lentezza di Mario, mi pareva più da imputare a un goffo, manovratore di Console piuttosto che a un
giocatore davanti a un’occasione da goal unica.
Ma conoscendo il giocatore, in questo caso, la realtà ha di
sicuro superato l’immaginazione.
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