La porta finestra che guarda a tramontana è lasciata aperta di proposito. Entra un’aria fresca, quasi fuori stagione. La coperta ci sta bene e trasmette un senso di tepore e protezione quasi materno. Qui il temporale, arrivato d’improvviso verso le cinque, è durato meno di 10 minuti. In quel breve lasso di tempo si sono visti vento, grandine e pioggia. Terminata la sfuriata, il calore del marciapiede di fronte a casa, in pochi minuti, aveva fatto evaporare quel po’ di pioggia caduta quasi fosse di passaggio.
Ma il fresco stasera è arrivato per conto proprio. Mio padre diceva in occasioni simili :
“In montagna deve aver fatto maltempo “, sentendo l’aria fresca, quasi montanara.
Ho passato la serata con il desiderio di mettere ordine. Ordine alla casa ma anche ordine dentro. Il silenzio ci sta tutto anche se diversamente da altre volte mi circonda un velo di nostalgia. Mio figlio stasera mi ha salutato, tornando a casa dopo un po’ di giorni passati assieme. Il saluto, a cui in parte sono abituato, mi sembra ancora qualcosa di innaturale.
Come in altre occasioni, senza scrollare le spalle, mi affido al tempo, al lento cambiare delle cose e dell’animo. Pur confidando nel continuo evolversi della vita sono convinto che solo le scintille improvvise, le passioni intense, possano far cambiare veramente la vita.
Accompagnare lentamente lo scorrere lento del tempo serve solo a guarire dai dolori della vita.
Oggi una persona rimasta da poco sola, mi parlava di quanto la sera la avvicini alla solitudine. L’ho rincuorata dicendole che anche alla solitudine ci si abitua. Può diventare l’occasione e lo stimolo per reinventarsi, senza ricominciare, la semplice possibilità di guardare avanti. Pensavo alla sua storia e mi chiedevo se avesse qualche rimpianto, pensando a quanto avrebbe potuto fare per ritardare la solitudine e le serate diventate improvvisamente fredde e silenziose.
Ho rimesso ordine alle tante cose fatte in questi giorni. Ho ripensato ai sentimenti , alle emozioni intense, ai sospiri di sollievo dopo una grande paura, alle motivazioni rinnovate, alle amicizie vere, finendo per rimettere un po’ di ordine anche alle spese fatte senza verificare la salute del conto in banca.
I soldi, mi dico da un po’, non sono un problema, se servono a star bene e a far star bene. Per il momento non chiedo di più.
Ogni tanto, la domenica sera, osservo quel modem che sta sul comodino che appena dopo la mezzanotte a mia insaputa recupererà quanto registrato dall’ICD durante l’ultima settimana. E’ come se ogni Domenica notte annotassi su un diario quanti fatto negli ultimi sette giorni. A pensarci bene non tutti hanno questo privilegio e chissà se un giorno potrò curiosarci dentro.
Il travaso dei dati è talmente preciso e puntuale da essermi diventato indifferente.
La porta aperta continua a far passare un fresco sempre più frizzante. Verso le undici di sera immancabilmente si attiva l’irrigazione del giardino vicino. Dura un’ora, appena dopo mezzanotte, termina e restituisce il silenzio. Da lontano arriva la musica di una Band che suona in una delle tante feste dedicate a ortaggi, birra, estate e altro ancora. Non ne distinguo il genere. I suoni arrivano ovattati e cupi, non mi incuriosiscono.
Tra qualche minuto chiuderò fuori il fresco e tutti i rumori di una notte d’estate senza scintille.
C’è ancora tempo e forse tra poco squilla il telefono o arriva un messaggio….
ti leggo un po' pensieroso....
RispondiEliminaperò leggo anche che stai bene..
un abbraccio
lalla