venerdì 6 agosto 2010

Trattoria da Coppi


Da fuori l'apparenza è di un bar, meglio di una trattoria, del secolo scorso.
Una tettoia spicca  a riparo dell'entrata e di qualche tavolo all'aperto, quasi a bordo strada.
La scritta "Trattoria da Coppi " appare in primo piano.
Appena entrati, la sensazione è di entrare in un bar, sulla sinistra il bancone , sulla destra alcuni tavoli con al centro un calcetto.
In fondo si nota la sala da pranzo principale e una parte all'aperto con delle tavole già apparecchiate.

Le pareti del bar sono tappezzate da stampe che riproducono documenti del ventennio fascista. Si possono trovare manifesti che inneggiano al duce e citazioni documentate dello stesso. Insomma " mi viene da  pensare " a una sorta di nostalgia e predilezione per le gesta di Mussolini.

Nella sala da pranzo invece foto, ritagli di giornale, copie di manifesti inneggiano al mondo del ciclismo ma in modo particolare a Fausto Coppi. 
In fondo spicca una gigantografia dello storico scambio di borraccia con Bartali. Ecco spiegato il nome della Trattoria.

Sono le 20.00 e il locale sembra vuoto, solo alcuni avventori del posto si soffermano per la solita ombra e quattro chiacchiere.
Alla richiesta : "C'è posto ?", la risposta è : "Aspettate vediamo quanta gente arriva , sicuramente qualcuno non viene e troviamo posto anche per voi". 
Di li poco, verso le 20.30, il locale si riempie, "Ecco tra poco fanno la conta", penso fiducioso di cenare.
Un minuto dopo ci dicono che il posto c'è. A vedere la sala da pranzo la situazione non sembra cosi critica come sembrava. Un solo tavolo occupato, per noi che siamo in quattro c'è l'imbarazzo della scelta.

Alle 20.30 la voce di un qualcuno, che potrebbe essere il cuoco o il titolare, richiama tutti a tavola. Si mangia, il clima familiare pervade le sale.

Intuisco una sorta di fai da te, sospetto che  i clienti si preoccupino anche in parte del servizio, alcuni si procurano in autonomia il bere al bancone, altrimenti non si spiegherebbe il numero elevato di camerieri che vagano con bottiglie in mano.

La scelta dei vino è tra raboso e cabernet.
Il menù prevede grigliata mista con contorno di patatine, verdura fresca, fagioli e cipolla e per finire dei funghi, non dichiarati all'inizio.
La grigliata mista arriva in  due trance : prima parte, ossetti, salsicce e pollo, su letto di patatine fritte in una unica padella, seconda parte, bistecche ai ferri su letto di funghi su un unico vassoio.
Il cabernet intanto si lascia bere.
Il cibo è ben  preparato, senza grosse pretese, si mangia bene.
Ogni tanto riappare, il cuoco-titolare che urlando cerca il consenso dai commensali e distribuisce ancora la carne che avanza.
Non si parla di dolci, si passa subito al caffè. C'è lo spazio per un limoncello.
Il tutto, clima familiare, cibo genuino incluso, a un costo di 15 euro a testa.

Alle 22.30 già si va verso l'uscita, la zona bar ha luci soffuse e il volume della musica è più alto di prima. Gli avventori visti all'entrata hanno lasciato il posto a persone più giovani
Sta passando della musica rock-pop.
Dietro al bancone un vecchio monitor riporta le tracce musicali programmate, anche questo ricorda gli anni ottanta.
Mi rimetto in macchina verso casa.

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