Alle nove passate sapevo di essere in ritardo.
"La corsa. a quest'ora, come tutte le corse non competitive sarà già partita, mal che vada correrò per conto mio", e inoltre pensavo tra me :
"Se gli organizzatori sapessero che tra i concorrenti c'è uno come me, probabilmente nemmeno mi iscriverebbero".
Sorrisi e cercai di far presto.
Ero in ritardo perchè avevo indugiato a casa cercando di convincere mio figlio piccolo ad accompagnarmi. Lui per contro aveva già deciso di passare con i nonni alla festa dell'agricoltura che sta là davanti casa.
Non cercai di insistere vista la sua determinazione.
Dopo averlo aiutato a lavarsi presi da solo la via verso il paese vicino dove la corsa si sarebbe svolta.
Arrivato nei pressi del paese, il vedere qualche podista ad andatura di riscaldamento vagare senza meta, mi riaccese qualche speranza. " Non sono di certo ancora partiti", pensai rincuorandomi.
Alla vista della chiesa li vidi tutti là, in mezzo alla strada, pronti a partire. Saranno stati 300 in tutto.
Parcheggiare fu abbastanza semplice. Per vestirmi impiegai pochi secondi senza preoccuparmi di ripiegare con cura i vestiti per poi ritrovarli riusabili. Li buttai sui sedili posteriori della macchina senza pensare.
Presi con me chiave della macchina, cellulare, e venti euro utili per l'iscrizione.
Al mio chiudere la macchina, subito dopo aver allacciato saldamente le scarpe, lo starter diede il via alla gara.
La massa di podisti si mosse d'incanto, io dovevo ancora effettuare l'iscrizione. "Al diavolo l'iscrizione, magari la faccio dopo", dissi e mi avviai di passo spedito nella bagarre della gara.Mi ritrovai retrovia tra le retrovie.
Avevo deciso di marciare e a marciare cominciai, prima un pò legato poi via via con una discreta velocità
"prima o poi raccoglierò qualche podista scoppiato", ne ero così certo che non perdevo di vista la coda del plotone che nonostante il mio impegno diventava sempre più lontana.
Per tre chilometri non persi il contatto visivo con il gruppo, che ben presto si ridusse a una macchia di colore rosso che intravvedevo solo nei rettilinei. A quella andatura non avrei raccolto nessuno tra gli scoppiati, anzi rischiavo seriamente di trovare i ristori sul percorso in via di smobilitazione.
Al quinto chilometro,ancora in buona condizione, sfruttando la discesa per un sottopasso presi a correre.
Andavo piano, ma la mia velocità, sempre dettata dal cardio frequenzimetro, mi permetteva di avvicinare la macchia rossa. Decisi di abbonarmi cinque battiti e aumentata l'andatura raggiunsi, in qualche minuto la macchia rossa che altro non era, che una signora poco avvezza alla corsa. Stava faticando e forse ce l'aveva un pò con il marito che dopo averla coinvolta in quella esperienza, la precedeva di qualche decina di metri.
Con la signora cominciò così la guerra degli ultimi. Io accettai la sfida. Mi mantenevo quel passo , due avanti; ma dopo un pò, capii che il bonus dei 5 battiti doveva terminare. Rallentai e la signora mi lasciò solo, a fare l'ultimo. Mi aspettavo da un momento all'altro, alle spalle, l'arrivo dell'ambulanza del fine corsa.
Il mio cuore che era arrivato fino ai 140 battiti rallentò al rallentare della mia andatura, quando fu sotto i 130 mi ritenni in zona sicura.Cercai di mantenere quel passo senza ascoltare eventuali rigurgiti di agonismo.
Ultimo restai e dopo un tentativo di recupero, incontrati due amici, che al passo del cane che tenevano al guinzaglio stavano completando il percorso. Mi aggregai, quindi, a loro, senza più pretese agonistiche.
La signora ritornò a essere la macchia rossa di inizio gara.
Io arrivai al traguardo tranquillo, chiacchierando e parlando di monti e passeggiate.
Qualche bicchiere di te al ristoro, qualche chiacchiera ancora e poi ripresi la via di casa.
Andando verso al macchina incrociai la macchia rossa, che stava tornando a casa con tutta la famiglia, mi salutò con un sorriso.
Ogni volta che corro o cammino a passo spedito, resto sorpreso dalla facilità con cui potrei anche accelerare quasi senza fatica. Un altro mondo rispetto a quando ero malato.
Quasi fossi un dopato.
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