Strana aria di rassegnazione circonda il PD in questi
giorni. Nel giro di poco più di un anno il Partito è passato da un consenso,
che gli avrebbe permesso di governare senza compromessi, alla soglia
dell’estinzione. Dalle stelle alle stalle, senza la minima prospettiva né
volontà di risorgere.
Per tener fede alla “Responsabilità nei confronti del
paese”, si è arrivati alla situazione odierna
in cui, il PDL, che tutti pensavano spacciato a Dicembre 2011, è potenzialmente
maggioranza del paese e tiene le redini del prossimo governo a cui, visti i precedenti, deciderà prima o poi di “staccare la spina”, come già si è visto
con il governo Monti.
Ora il PD deve chiedersi se continuare esistere e se, ci sia tra le sue fila un Leader capace
di tenere unito il partito. Non credo che tra i nomi che in questi giorni si
fanno ci sia la persona giusta. La vicenda dell’elezione del PdR ha messo da
parte Bersani ma, soprattutto non ha messo in buona luce Renzi, anche lui
travolto dalla tempesta.
C’è, prima di tutto, il dovere, da parte del Partito di ascoltare
la base, oggi molto arrabbiata e delusa di quanto è avvenuto in Parlamento.
Perché il PD ha accettato l’accordo con il PDL senza
prendere in considerazione l’ipotesi M5S ?
Grillo, usando i toni forti nei confronti di Bersani, non ha
contribuito alla discussione. Fosse stato meno intransigente, sin dall'inizio,
le cose sarebbero andate diversamente .
Troppo tardi, quando l’accordo PD, PDL e Monti si stava
delineando, ha abbassato i toni ,cercando di far intravedere una ipotesi di
accordo anche per un governo, ma ormai la storia aveva preso un’altra
direzione.
Cosa può fare oggi il PD ? Una cosa sola : scompaginare le
carte e non fare nessun accordo di governo con il PDL, come aveva promesso in
campagna elettorale. Un qualsiasi governo a tempo non sarebbe diverso dal
governo Monti e quello in carica è un esecutivo con pieni poteri.
Cosa potrebbe succedere?
Si torna a votare con Il Porcellum, ma con la certezza di avere una
sinistra capace di contrastare lo strapotere ritrovato del centrodestra.
Un’ultima considerazione. Le primarie sono un bellissimo esercizio di democrazia, ma devono essere affrontate con spirito di unità, perché sono un momento di discussione tra persone con la stessa direzione politica. Le ultime sono state occasione di divisione e hanno prodotto il risultato di portare molti voti al movimento M5S. Forse, tutto ciò ,non è stato un caso, ma solo il primo segno, sottovalutato, di quanto successo la settimana scorsa in Parlamento. Già allora era cominciata la frantumazione del PD.
Nessun commento:
Posta un commento