sabato 23 giugno 2018
Note
In queste mattine di Giugno mi sveglio presto, prestissimo, in tempo, se mi affaccio in giardino, per sbirciare, tra le mura e le siepi, le prime luci dell'alba.
Tornato a letto, osservo la luce entrare dalla porta che guarda a tramontana. La lascio aperta per assaporare il fresco del mattino.
Nei fine settimana, verso le cinque e venti, mi alzo e indossati i panni del runner di un tempo, esco a camminare. Parto senza fretta, dopo aver avviato il cronometro, a cui non so rinunciare.
Il paese dista poco più di un chilometro e mentre mi avvicino spedito alle prime case, mi sento avvolto dal profumo dolce che arriva dalla pasticceria che sta sulla strada. Alle cinque e mezza è già aperta. Fermo il cronometro, entro. A quell'ora, il bancone, ancora sguarnito, ospita poche paste. Non c'è l'imbarazzo della scelta. Le brioches sono calde, a volte bollenti, ma portano dentro il sapore della primizia. Le accompagno con un caffè, preso più per vizio che per svegliarmi. Riprendo il cammino e in breve sono sull'argine del fiume.
Osservo le montagne lontane non ancora illuminate dal sole.
Stamattina mentre le guardavo, mi sembravano più amiche del solito e brillavano di una luce particolare, simile a quella che ritrovi negli sguardi d'intesa.
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