sabato 31 marzo 2018

Le strane telefonate


Qualche anno fa non era insolito dire:
“Sai, ho visto uno un po' strano, .. un matto , che parlava da solo. Vedessi come gesticolava e parlava a voce alta. Chissà con chi ce l'aveva “. La cosa ci faceva sorridere, li osservavamo incuriositi dalla loro stranezza e dalla foga che mettevano in quel loro dialogo con chissà chi.
Di quelli conosciuti si narravano storie quasi sempre tristi:
“Quella signora dopo che gli è morto il figlio non è più la stessa. Quando passa la senti parlare da sola a voce alta, … mi fa una pena”.
Oppure : “Vedi quell'uomo che parla da solo ? Fino a sedici anni era un ragazzo normale, lo conoscevo, poi si è ammalato e da quel momento non si è più ripreso. Adesso è in cura”.
Erano etichettati, quei personaggi un po' strampalati, come delle persone tranquille, incomprese, perdute com'erano in quel loro mondo a noi sconosciuto, spesso doloroso. Vestivano quasi sempre in modo dimesso, se non addirittura trasandato.
Poi questi "matti" diventarono sempre più frequenti. Cominciarono a vestire elegante. Non di rado ci si imbatteva in signori distinti, in giacca e cravatta, tutti intenti a parlare, gesticolando come se volessero modellare quella realtà di cui stavano discutendo su un immaginario pezzo di creta.
Erano arrivati i cellulari, con loro tutti i loro accessori. Per telefonare non era più necessario tenere il telefono vicino all'orecchio, come da sempre si faceva con il telefono fisso. Gli auricolari permettevano di tenerlo nascosto potendo essere liberi di muoversi e allo stesso tempo parlare.
La telefonata perse la sua funzione originale di comunicazione a distanza per diventare un modo di socializzare, parlare con qualcun altro, come se lo stessimo incontrando al tavolo di un bar o nel salotto di casa.
Telefonando oggi, si può fare di tutto: lavorare, guidare, passeggiare, viaggiare senza che questo possa in qualche modo condizionare e limitare i movimenti. Gli auricolari sono diventati sempre più piccoli, senza fili, quasi spariscono all'interno dell'orecchio.
E' cambiata la percezione della privacy e fanno tenerezza oggi, le cabine telefoniche di una volta, tanto discrete e rispettose, mentre non è raro ascoltare, soprattutto nei mezzi pubblici, persone parlare al telefono di fatti privati.
Quelle persone che un tempo definivamo “strani”, hanno perso la loro originalità. Sono molti coloro che, oggigiorno, sembrano parlare da soli e non sorprende più quello strano modo di fare.
Ieri mattina stavo passeggiando da più di un'ora. Il rettilineo che stavo percorrendo era come al solito deserto. Ogni tanto incrociavo altri camminatori o runner che sbucavano dalle strade laterali. Sono solito salutare incrociando i loro sguardi. Quando, invece, vedo qualcuno più avanti, nella mia stessa direzione, immancabilmente sono sono preso dalla frenesia di raggiungerlo e superarlo.
Se trovo un seppur minima occasione per competere non me la lascio scappare.
Mente camminavo di buona lena, sbucò da una strada laterale un uomo. Inizialmente lo classificai come uno dei tanti camminatori, anche se il suo passo era tutt'altro che spedito. Per un po' venne in senso contrario al mio poi, improvvisamente, tornò indietro. Quando fui sufficientemente vicino sentii che stava parlando animatamente a voce alta. Accelerai, e in poco tempo lo raggiunsi. Istintivamente pensai che stesse telefonando. Rallentai, con lo sguardo cercai di scorgere, senza successo, il telefono o gli auricolari. Quando girò per la strada da cui era sbucato, ebbi l'opportunità di guardare meglio. Nessun telefono, nessun auricolare.
Pensai stupito: “Parlava veramente da solo!”, e ne rimasi quasi sorpreso, come se avessi scoperto uno degli ultimi esemplari di una specie in via di estinzione.
“E se stessero pure loro telefonando?”, pensai colto da un dubbio fulmineo.
“E' se la loro mente fosse dotata di capacità non comuni capaci di comunicare con mondi a noi sconosciuti”, continuai a chiedermi.

Improvvisante quelle persone ben vestite, gesticolanti, dotate di cellulari di ultima generazione, connessi a reti senza fili mi sono sembrate limitate, sommerse dalla complessità, incapaci di sognare o sfiorare per qualche istante la follia.
Insomma gli “strani” erano loro.

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